lunedì 25 marzo 2013

PESACH 5773: 14 Nissan / 24-25 marzo Vigilia - Digiuno dei Primogeniti



Shalom a tutti.
A Pesach si sospende la lettura ciclica della Torah per le letture precipue di questi due sabati di Pesach. 
Sabato leggeremo da un primo Sefer un brano dalla parashah Bo (Shemot 12, 21-51). Si racconta di quando il Signore ordinò tramite Moshe di immolare del bestiame minuto, di intingere un mazzetto d'issopo nel sangue raccolto nei bacili e di spruzzare l'architrave e gli stipiti delle porte, poiché quando il Signore sarebbe passato avrebbe risparmiato le case degli Ebrei. Naturalmente la considerazione prima è che bisogno avesse mai l'Onniscente di questo gesto, dacché sapeva bene chi apparteneva al suo popolo. Ma questo gesto, che tra l'altro produceva un segno non visibile facilmente perché, scrive Rashì, doveva essere messo dalla parte interna dello stipite, era l'atto di adesione di ogni singolo Ebreo al progetto divino. La scelta individuale, il libero arbitrio è ancora una volta quello che il Signore ci chiede.
D-o ci chiede ancora di ripetere simbolicamente questo gesto di ubbidienza e di appartenenza ad Israele. D-o stesso, lo leggiamo in questa parashah, ci impone di ricordare perpetuamente questo atto così come quello di mangiare le azzime in memoria di quel pane che ancora non era riuscito a lievitare, perché "in quel medesimo giorno avvenne che il Signore trasse i figli d'Israele dal paese d'Egitto secondo le loro schiere".
Da un secondo Sefer si leggeranno alcuni versetti dalla Parashah Pinechas (Bemidbar 28, 16-25).
Qui si ribadiscono le norme per la celebrazione di Pesach: "Nel primo mese nel 14° giorno del mese è Pesach in onore del Signore. E il 15° giorno di quel mese sarà giorno di festa. Per sette giorni si mangerà pane azzimo".
La Haftarah di questo primo giorno è tratta da Yehoshua 5, 2 - 6, 1. Il racconto è relativo alla circoncisione di tutti quelli che erano nati nel deserto ed erano nati dopo l'uscita dall'Egitto. Costoro erano incirconcisi e per avere il premio di giungere nella terra che stilla latte e miele, la terra promessa dal Signore, dovettero risuggellare il patto con D-o attraverso la milà. Il patto primo che D-o chiese ad Avraham.
"Quando poi tutta la nazione ebbero finito di circoncidersi, quelli si trattennero ove erano nel campo, finché furono guariti. E disse il Signore a Yehoshua: oggi vi ho tolto di dosso il vituperio dell'Egitto (l'obbrobrio della schiavitù) e quel luogo fu chiamato ghilgal, e celebrarono Pesach il 14° giorno del mese, verso sera nelle pianure di Gerico. E nel giorno successivo alla celebrazione del sacrificio pasquale mangiarono del prodotto del paese, pani azzimi e abbrustoliti nello stesso giorno". Questo è l'aggancio relativo alle letture della Torah, ma rimarca anche come la liberazione da ogni Egitto passa attraverso la consacrazione di ogni individuo al Signore attraverso la Milà, perché solo nel patto di Israele l'uomo potrà essere libero.
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Il secondo giorno di Pesach si legge dal primo Sefer un brano della parashah Emor (Vaykrà 22, 26 - 23, 44). Qui il Signore dà tutte le disposizioni per le feste che devono essergli tributate in segno del suo intervento nella storia di Israele. Dallo Shabbat a Pesach, dal conteggio del ʽomer a Shavuot, da Kippur a Sukkot.
La lettura del secondo Sefer è come il primo giorno.
La haftarah del secondo giorno è tratta da 2 Melachim 23, 21 - 30.
Si racconta di quando il Re Giosia, che ripristinò il culto al Signore e Pesach che non era stata celebrata dal tempo di Samuele, fece distruggere tutte le tracce di culti idolatrici e ogni forma di sincretismo fu cancellata. "Né prima di lui vi fu alcun Re che facesse ritorno al Signore con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima e con tutte le sue forze, secondo tutta la legge di Moshè, né dopo di lui ne sorse alcuno pari a lui". Se mai ce ne fosse bisogno questa lettura ci invita a ricordare quali siano i rischi di una progressiva assimilazione del popolo d'Israele nella società contemporanea e di come dobbiamo essere rigorosi nell'osservanza di tutti i precetti, perché anche un solo cedimento od una non osservanza è una perdita della forza identitaria di Israele e una separazione da D-o. Quindi questa lettura ci mette in guardia da sincretismi, che possono allontanarci dalla legge della Torah. Nella legge non c'è nulla da aggiungere né nulla da togliere.
Chag Pesach sameach vekasher
Israel Eliahu

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