Anna Bialecha: I rabbini, 2013
ORARI SI SIRACUSA
Accensione ore 20.03
Havdalah 21.08
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PARASHOTH MATTOTH e MASSʽÈ: Bemidbar 30, 2 - 32, 42; 33 - 36
HAFTAROTH: Yrmeyah 1, 1 - 2, 3; 2, 4-28; 3, 4.
La
parola neder che noi traduciamo come voto significa promessa solenne
(viene utilizzata insieme ad altri sinonimi come alah - giuramento,
issar - astensione, shevuʽah - giuramento) come offerta di una
privazione o del compimento di una mitzvah in cambio di una grazia o
della realizzazione di un beneficio. Dunque la parola neder compare
composta con altri verbi in 91 diversi contesti da Bereshit a Qohelet.
L’impegno solenne deve essere assolutamente mantenuto, anche se esiste
la possibilità di sciogliere un voto. Deve essere ottemperato perché
fatto direttamente con il Santo Benedetto Egli sia. Per questo si chiede
che chi fa il voto sia una persona di grande integrità morale, di
specchiata fede e devozione e che ritenga più importante fare il voto sulla cosa e non sulla persona, proprio per
avere la possibilità di adempiervi anche in condizioni di grande difficoltà. Nell’ampia letteratura sull’argomento leggiamo
che i nostri Padri espressero voti, come fece Jaʽakov. Tuttavia dobbiamo
considerare che se una persona è osservante delle 613 mitzvoth e del
dettato della Torah non avrebbe bisogno di fare voti. Improbabile che si
possa aggiungere o togliere qualcosa alla parola di D-o.
Per questo è consigliato di astenersi dal formulare voti e, ancor più
giuramenti, per non doversi trovare nella eventualità, per quanto
remota, di non poter adempiere a quanto promesso a D-o.
“Chiunque
assuma un voto è paragonabile alle persone che erigevano un altare
fuori da Yerushala’m quando ne era vietata la costruzione”.
Ad esempio quando si decide di fare una tzedakà, bisogna sempre pronunciare la frase «blì
neder», senza che sia un voto. Questo perché è comunque una mitzvah cui
dobbiamo ottemperare, pertanto quando si ha disponibilità lo si faccia.
Allora
il voto o il giuramento vengono accettati per compiere qualche mitzvah
solo perché si dà per scontato che chi lo formula non sia in grado di
ottemperare a quanto già è suo obbligo. In questi casi va inteso come
uno sprone al compimento della mitzvah.
Bisogna
sempre abituarsi a pronunciare bli neder quando si assume l’impegno a
compiere un precetto, perché è un impegno che abbiamo già con Kadosh
Baruch Hu e che comunque gli dobbiamo.
“I voti costituiscono una barriera per
tenersi lontani da ciò che è vietato” (Avot 3, 17) dunque sono
accettati qualora rappresentassero un argine, ad esempio, contro gli
eccessi del bere o del mangiare. Ma già sappiamo che in tutte le cose
dobbiamo essere moderati e che la giusta misura, sia nel piacere che
nella devozione deve essere la linea guida sulla quale uniformarsi.
Il Kitzur Shulchan ʽArukh ci ricorda nel capitolo 67 Regole riguardanti i voti e i giuramenti che
un voto ha valore solo se la bocca che lo ha pronunciato e il cuore
sono concordi. Se formulo un voto ma la mia anima non è disposta la
formulazione è solo una vuota formula verbale; viceversa l’intendimento
spirituale senza l’espressione sonora non è valido. La voce accompagna
le nostre giornate anche nella ripetizione delle berakhot.
Il
voto è dunque un contratto con HaShem. Si narra di un Re di Israele
che, interrogato una volta perché non gli fosse riuscita gradita la
lettura del testo sacro, di un chazan che pure aveva una bella voce ed aveva cantato magistralmente le note segnate nel testo, rispose: “Come
potrebbe riuscirmi gradita la sua lettura se egli lo ha fatto solo per
far piacere a me? Soltanto se egli l’avesse letta con l’intenzione
rivolta a D-o sarebbe riuscito a farmi cosa grata” (in Bahja’
Ibn Paquda: I doveri dei cuori). Chiudiamo questa breve nota
ricordando, con Il Kitzur Shulchan ʽArukh, che per
sciogliere un voto o un giuramento ci si deve recare da tre persone
esperte di Torah delle quali almeno una sia competente nelle norme
riguardanti i voti e sappia quindi quale tipo di voto è lecito
sciogliere e quale no e con quale procedura si possa dichiararlo nullo.
Ed essi lo svicoleranno dal voto. Per estinguere il voto fatto da una
persona durante un sogno è opportuna la presenza di almeno dieci uomini
competenti in Torah.
Shabbath shalom
Israel Eliahu
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