Shalom a tutti.
Sappiamo che
gli Ebrei praticavano il digiuno il giorno precedente a battaglie, ritenendo che
questo atto li conciliasse ancor più con D-o e per questo motivo digiunarono
anche il 13 di Adar, quando si riunirono per difendere la propria vita. Per
onorare questa memoria il 13 di Adar si digiuna. Ma questo digiuno, come ogni
altro, ha anche valenza di purificazione, di preparazione prima di accostarsi al
sacro, come è nella memoria collettiva degli Ebrei. I nostri maestri scrivono
che il digiuno "deve risvegliare i nostri cuori
e indurci a percorrere le vie della penitenza, affinché questo ci serva a
serbare ricordo delle nostre azioni negative e di quelle dei nostri antenati....
Ripensando a ciò saremo in grado di migliorare la nostra condotta come è detto:
Confesseranno i loro peccati e i peccati dei
loro padri" (Levitico 26,40).Io penso che questo svuotamento
debba essere inteso come atto essenzialmente spirituale. Conoscete la storiella
di quel tale che si voleva accostare ai gradi superni della conoscenza e si recò
da un maestro, spiegandogli con dovizia informativa i gradi di preparazione già
raggiunti? Il maestro gli chiese se gradiva una tazza di tè; così cominciò a
versare la bevanda e quando il bicchiere fu colmo continuò a versare il
liquido che scese sul tavolo e poi in terra. A questo punto l'aspirante allievo
disse - Maestro, mi scusi, ma sta sciupando il tè inutilmente. - Il maestro
rispose - Vedi, questo bicchiere è come te, sei venuto qui già pieno, senza
umiltà e senza reale desiderio di imparare veramente, cosa potrei mettere in un
uomo colmo di supponenza? Svuotati, sii umile, solo allora potrai accostarti
alla verità superna. -
Fermo
restando che il digiuno ci dà la misura che nulla è scontato e per tutto quello
che abbiamo dobbiamo ringraziare il Signore ogni giorno. Questo facciamo
recitando le berachot ogni mattina e anche ogni volta che ci accostiamo al
cibo.
Tornando al
digiuno di Ester dunque, dobbiamo sapere che non è un digiuno vincolante. Sono
ammesse cioè delle facilitazioni per donne gravide, e per le persone malate o
indisposte. Per altro, tutti sono tenuti ad osservarlo, anche se in viaggio o se
il digiuno risultasse gravoso.
Vi ricordo inoltre che di Purim non si deve lavorare,
tuttavia sono consentite transazioni commerciali, scrivere lettere di
convenevoli e, a maggior ragione, è consentito ogni tipo di lavoro che serve a
realizzare una mitzvah.
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Per quanto riguarda la lettura
della meghillat di Ester, ci sono alcune norme importanti che dobbiamo
ricordare.
È bene
seguire la lettura in Sinagoga, anche perché Israele deve comprendere sempre il
valore collettivo e comunitario dei propri atti.
Si
devono usare gli abiti belli, quelli dello Shabbath e, come di Shabbath,
tornando a casa si devono trovare le luci già accese, la tavola apparecchiata e
il letto rimesso in ordine.
La sera
prima della lettura si dovrà fare un'offerta, una donazione, terumah (qui non si
intende la tzedaqah, giustizia elemosina; questo si fa in memoria del contributo
che nel mese di Adar si raccoglieva per le offerte al Tempio per i sacrifici)
dell'equivalente di tre mezzi sicli, che poi verrà distribuita ai
poveri.
La lettura
si tiene dopo che sono comparse le stelle. Un poco prima della lettura è
consentito assaggiare qualcosa come caffè o una bevanda per riaversi dalla
debolezza dovuta al digiuno.
Tutti hanno l'obbligo di
ascoltare la lettura della meghillah. Chi legge ha l'intenzione di fare uscire
d'obbligo tutto l'uditorio. Chi ascolta deve avere il proposito di uscire
d'obbligo e quindi di ascoltare ogni parola che viene pronunciata. Chi legge
deve inoltre sospendere la lettura ogni volta che avrà nominato il nome di Amàn
per consentire ai presenti di fare rumore e maledire il nome del perfido
personaggio della nostra narrazione.
Chi segue la
lettura non deve leggere a bassa voce né anticipare né suggerire a memoria chi
legge. Tuttavia ci sono 4 versetti, i pesukè gheullà, versetti di redenzione,
che vanno recitati ad alta voce dai presenti e poi saranno ripetuti
dall'officiante.
A Purim si
devono offrire mishlòach manòt cioè almeno due porzioni di cibo così come è
scritto in Ester: Mishloach Manòt ish leReʽèhu, ciascuno al
proprio compagno. Si intendono cibi che non necessitano di preparazione, già
cotti, ma anche dolci, frutta, vino.
Tutti, anche
i più poveri, sono tenuti a fare almeno due Matanòt laevionìm, offerte ai
poveri.
Inoltre è un
precetto importante quello di organizzare un pranzo festivo da trascorrere in
allegria, accendere candele: deve essere una giornata gioiosa, in
particolare per i bambini. Poiché il
vino ha un'importanza rilevante nella storia di Ester, i nostri Saggi ci hanno
imposto la regola di raggiungere una certa euforia grazie al vino, insomma di
bere in misura maggiore del solito così da cadere addormentati e, nel sonno,
"non riuscire più a distinguere tra le espressioni arùr Aman e baruch
Mordechai", maledetto sia Aman, benedetto sia Mordechai (Talmud, Meghillà
7b). La normativa completa per il Purim potete trovarla nel Kitzur Shulchan
Arùch.
Vi segnalo
inoltre, per prepararci al Purim, queste importanti letture ai seguenti
links:
inoltre nel sito torah.it, che il
Signore li benedica per il lavoro che fanno, troverete molto altro materiale per
approfondire il valore di questa festa.
Shalom e Hag
sameach
Israel Eliahu
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