martedì 24 settembre 2013

SHABBATH 24 TISHRI 5774 / 27-28 SETTEMBRE 2013 - BERESHITH



ORARI DI SIRACUSA
Accensione  ore 18.30
Havdalah          19.26
Per le altre località clicca  Q U I

PARASHAH  BERESHITH: Bereshith 1 - 6,8
HAFTARAH: Yeshaʽyahu, 42,1-21

Shalom a tutti.

Comincia il nuovo ciclo di letture della Torah. Negli anni scorsi abbiamo letto assieme le derashot di Elia Kopciowski, quindi quelle di Dante Lattes.

Speriamo che in questi anni sia maturata la nostra competenza ermeneutica seguento progressivamente livelli sempre più complessi di esegesi Toraica.

Ricorderete che nel Pardes ci sono quattro livelli: Peshat ovvero lo studio letterale del testo sacro; Remez cogliere nessi, unità dell’insieme, collegamenti fra parole uguali; Darash esplicitare le spiegazioni allegoriche e i rimandi; infine il Sod quel livello dove si incontra il segreto mistico e, per qualcuno, l’accesso alle vie della Kabbalà.

Abbiamo anche incontrato i criteri ermeneutici enunciati nella Mekiltà di Ishmael: Qal vahomer per deduzione dal minore al maggiore; Gzerah shawah, per analogia; Binjan av mikatuv ehad vebinjan av mishnè ketuvim, il raggruppamento di determinati testi affini; Klal ufrati dal generale al particolare; Prat uklal, dal particolare al generale.

Insomma qualche strumento in più, ci auguriamo, per affrontare questo nuovo ciclo della Torah.

Si ricomincia con Bereshit.

Ci troviamo di fronte al libro più complesso, più studiato ed interpretato di sempre.

Ci si apre un universo sapienziale semplice nella narrazione, ma assolutamente complesso nella sua stratificazione.

La maggior parte degli esegeti, purtroppo a volte anche in ambito ebraico, intona una litania sulle cosmogonie primitive, sugli elementi comuni ad altre narrazioni, analizzando e interpretando scritture, simbologie, connessioni archetipali, strutture mitopoietiche etc. Questo è dovuto all'incapacità di leggere nel testo quello che a volte appare criptico. Bereshit racconta l'origine di questo mondo creato in assoluta concordanza con quelle che oggi sono le nostre ipotesi o conoscenze scientifiche. In Bereshit c'è scritta l'evidenza della creazione; quello che invece gli uomini hanno colto spesso nella dimensione della narrazione poetica, come la diegesi fantastica dovuta alla necessità di avere risposte agli interrogativi che da sempre ci siamo posti.

Nella Torah, al contrario, non c'è elemento di contraddizione, non c'è segno o parola che riconduca ad ossimori nascosti o tautologie fideistiche.

Lo aveva già scritto Maimonide nel XII secolo: I conflitti fra scienza e religione derivano da errate interpretazioni della Torah. 

La lettura della Torah è a volte complessa nei rimandi e nelle figure, tra l'altro nei millenni si è anche modificato quell'insieme di segni diacritici, di legami grafici che presumibilmente veicolavano ulteriori elementi sapienziali. È complessa perché non solo deve essere ricondotta alla scansione dei 4 livelli Peshat, Remez, Darash, Sod ma anche allo sviluppo, al progresso che modifica le possibilità di intelligere e di interpretare il testo stesso.

Pensate a con quanto stupore l'uomo del 1700 poteva porsi davanti alla rivoluzione scientifica e alle sue scoperte e quanto oggi ci sembrino risibili le conoscenze dell'epoca. Il problema siamo noi. Siamo noi che non siamo in grado, o comunque non siamo stati in condizione di concordare quanto scritto nella Torah con una verità supposta che ora ci appare sempre più relativa ad una weltanschaung zoppicante.

Sia chiaro, non posso sviluppare in poche righe la complessità di queste argomentazioni, ma comprendere la concordanza del tempo di D-o, sei giorni, col tempo della scienza, 15 miliardi di anni, ce lo ha consentito un Ebreo che si chiamava Albert Einstein.

Comprendere che fino alla creazione di Adam siamo nel riferimento spazio-temporale di D-o e solo da quel momento accederemo al tempo dell'uomo è una condizione essenziale per togliere alla narrazione biblica quell'apparenza mitopoietica che fa sorridere gli stolti.

Quando leggiamo che D-o disse: Sia la luce e separò la luce dalle tenebre, oggi sappiamo che intende che la luce di intensità non visibile diventò quella che noi conosciamo e che consente la vita.

Quando parliamo del granello di senape della creazione, oggi sappiamo che la scienza ritiene che all'atto del big bang l'universo avesse una massa di 10 alla -24 cm e che tutta la massa e il continuum energia-materia universale era concentrata in un solo punto. E su questo il ruach elohim, l'intervento divino corrisponde alla fase inflazionaria della terminologia scientifica.

Dunque la cosmologia attuale, per vie indipendenti oggi è simile alla descrizione teistica dell'universo, la creazione descritta nella Torah è quella che oggi gli scienziati hanno ipotizzato proprio nel tentativo di allontanarsi dalla dimensione mitica delle cosmogonie primitive.

Oggi sappiamo che la creazione di D-o avviene con una descrizione simile a quella che Einstein racchiude nella sua equazione e = m c2, energia racchiusa che dal tohu vavohu dà origine alla materia attraverso la luce.

Dunque oltre alla lettura mistica e sapienziale oggi possiamo dire che la Torah da millenni porta chiuse in sé anche le ipotesi cosmogoniche degli scienziati che gli uomini non hanno mai saputo cogliere prima e questo ci deve far riflettere su quanto contiene la Torah e che noi non siamo ancora in grado di comprendere.

Vi consiglierei, anche se un po’ datato (1991, oggi abbiamo per la verità molte conoscenze in più, dalle stringhe alla teoria della membrana, puntualmente confermate dal Testo Sacro) il libro di Gerald Schroeder, Genesi e Big Bang. La scoperta dell’armonia fra Torah e scienza moderna. Edizioni Interno Giallo.

Shabbath shalom

Israel Eliahu


lunedì 23 settembre 2013

SUKKOTH 5774: SHEMINI ʽATZERETH - SIMCHATH TORAH

Leopold Pilchowski: Sukkot

LETTURE SHEMINI ʽATZERETH
I Sefer      Devarim 15,19 - 16,17
II Sefer     Bemidbar 29,35 - 30,1
Haftarah   Melakhim I 8,54 -    9,1

LETTURE SIMCHATH TORAH
I Sefer      Devarim 33,1 - 34,12
II Sefer     Bemidbar 29,35 - 30,1
Haftarah   Yehoshuaʽ 1,1-18

SUKKOTH 5774

Joan Landis: Sukkot

lunedì 16 settembre 2013

Domenica 29 settembre 2013 XIV GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA: EBRAISMO E NATURA




A   S I R A C U S A


 ore 09.00  Accoglienza e saluti autorità. Amalia Daniele di Bagni, Presidente Siracusa III Millennio
                  Prof. Dario Sutter, Referente per la Sicilia della Comunità di Napoli e del Meridione.  
                  Conferimento titolo di Ambasciatore italiano della Fondazione Keren Kayemet leIsrael Italia
                  al Sindaco di Siracusa.
                  Istituzione della Borsa di Studio "Amalia Daniele di Bagni".
       09.30  Dott. Nicolò Bucaria: "Per un museo ebraico siciliano".
       10.00  Arch. Manuel Giliberti: "Per il museo del territorio...".
       10.30  Prof. Arch. David Cassuto: "La Sicilia ebraica prima dell'espulsione".
       11.00  Coffee break
       11.15  Arch. Francesco Taormina (Università Tor Vergata, Roma): "Identità di culture e di luoghi nella
                  memoria del cimitero del porto piccolo di Siracusa".
       11.45  Dott. Giuseppe Vitale (medicina naturale, Padova): "Piante e alberi nella Torah, simbologia, usi,
                  riti e loro presenza nel territorio siciliano".
       12.15  Professor Alessandro Musco (Università Palermo e Presidente Officina di Studi Medievali)
                  "L'Officina di Studi Medievali e la promozione dell'ebraismo mediterraneo: formazione, ricerca, 
                  pubblicazioni".   



giovedì 12 settembre 2013

KIPPUR 10 TISHRI 5774 / 13-14 SETTEMBRE 2013

Maurycy Gottlieb: Yom Kippur
ORARI DI SIRACUSA
Inizio digiuno  ore  18.51 
Fine digiuno          19.47
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L E T T U R E
SHACHRITH:

Parashah  I Sefer  Vaykrah 16 

              II Sefer Bemidbar 29,7-11

Haftarah   Yeshaʽyahu 57,14 - 58,14

Nel pomeriggio lettura del libro di Yonah.  


Shalom a tutti.

Rosh Hashanà segna l'inizio del periodo penitenziale che è chiamato Yamim Noraim, giorni terribili. In questo periodo tutti noi veniamo chiamati a rispondere dei nostri comportamenti e pensieri davanti a Kadosh Barukh Hu, per essere giudicati. Ma è soltanto nell'ultimo giorno, il più solenne, Yom Kippur, il giorno dell'espiazione, che Il Santo Benedetto si pronuncierà. Yom Kippur è il momento che ha maggior peso sulla coscienza ebraica personale e collettiva.

La Mishnah impone per questo giorno il digiuno, che comincia dalla sera di Kippur, poco prima del tramonto (si chiama tosefet Yom Kippur, cioè aggiunta) fino alla sera del giorno successivo ed è totale: liquidi e solidi. Il digiuno non deve essere letto come privazione e quindi legato alla colpa, alla punizione, ma come distacco dalla fisicità, un raccogliersi in una dimensione puramente spirituale, una via per il raccoglimento, per l'introspezione, per la preghiera. Anche le altre privazioni, quale il piacere fisico, gli atti sessuali, il lavarsi, il truccarsi rimandano a questa sfera di distacco dalla fisicità verso la spiritualità. È inoltre proibito indossare scarpe, indumenti o oggetti d'uso in pelle.
Naturalmente le persone malate o debilitate debbono consultarsi con il rabbino per verificare se essere esentati dal digiuno e, in particolare, dall'assunzione di liquidi.

In questo giorno il rabbino e il chazan, ma anche coloro che si recano al tempio si vestono di bianco e i maschi usano una kippà bianca o comunque chiara, in segno di purità morale e di elevazione spirituale. Anche l'Aron e la Torah sono coperte da un drappo bianco.  

Questa è l' unica  sera in cui i maschi indossano il talleth che, come sapete, viene indossato solo per la preghiera del mattino; per tanto dopo la berakhah sul talleth il Rabbino intonerà tre volte: In presenza del tribunale celeste, a nome di D-o Santo benedetto, a nome di questa sacra assemblea, noi dichiariamo esser permesso di pregare coi prevaricatori.  In altri minhag sono il chazan e due maggiorenti della comunità che reggono i Sifrei Torah. Poi il chazan intona Kol Nidrei. Il brano è musicalmente complesso per via dei melismi sui quali è intonato, e viene cantato dal solo chazan.
Potete ascoltare questa versione molto bella di Mordechai Ben David nel canto doloroso tipico della tradizione Askenazita:


Nella liturgia sefardita, nel servizio serale viene letta la Corona Del regno, di Shelomoh Ibn Gabirol, un testo  poeticamente molto bello. Vedi: La Corona del Regno
Il giorno successivo la preghiera dura ininterrottamente dalla mattina al tramonto.

Al centro della preghiera c'è la confessione dei peccati che viene ripetuta varie volte e comprende cinquantasei tipi di trasgressioni. È importante sapere che questa confessione viene recitata collettivamente utilizzando il plurale perché  tutti noi Ebrei dobbiamo condividere le colpe e le responsabilità.

La lettura è tratta dai Ketuvim mentre nel pomeriggio si legge il libro di Yonah.

Il tema dominante è quello della clemenza per una sincera Teshuvah.

Vi ricordo inoltre che nel culto al Mishkan di Yerushala'm il sommo Sacerdote entrava nel Kadosh Kedoshim e solo nel giorno di Kippur pronunciava il Nome divino, il sacro Teragramma.
Poi, alla fine del giorno, udremo il suono ancestrale e commovente dello Shofar.

Vi ricordo che l'ebraismo ritiene che il perdono lo possa dare solo chi ha subito il torto per cui, prima che inizi la preghiera, è consuetudine rivolgersi a coloro che si pensa di aver offesi, o con chi ci si è comportati in modo ingiusto, chiedendo il loro perdono. Dobbiamo arrivare a Yom Kippur con la coscienza pulita.
Il digiuno termina dopo la Havdalah che normalmente si fa senza la berakhah sui besamim, a meno che Kippur non cada di Shabbath, come quest'anno.

Shalom
Israel Eliahu

martedì 3 settembre 2013

SHABBATH TESHUVAH 3 TISHRI 5773 / 6-7 SETTEMBRE 2013

 
ORARI DI SIRACUSA
Accensione  ore  19.01
Havdalah           19.58
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PARASHAH HAAZINU: Devarim 32 
HAFTARAH: Hosheaʽ 14,2-10; 7,18-20

Quest’anno la Parashah di Haazinu coincide con lo Shabbath Teshuvà, il primo Sabato dell’anno nel quale veniamo chiamati al completo ritorno alla legge divina.

Moshè riassume in questa cantica i concetti fondamentali da lui espressi in Devarim. Si esprime dunque in poesia metrica, il mashàl, termine esteso a tutta la poesia ebraica ma che originariamente è caratterizzato da due fattori: il parallelismo e brevi incisi. Scriveva Luzzatto che il parallelismo aveva una radice negli adagi, nelle sentenze, nelle similitudini.

La cantica si apre con un'invocazione al cielo e alla terra che si caratterizzerà nel genere profetico, ad esempio in Isaia e Mikhah. Lattes fa notare come un'invocazione simile si ritrova anche in Virgilio nell'Eneide.
Moshè paragona questa cantica alla pioggia e alla rugiada. Ritorna ancora l'acqua come elemento lustrale che conduce ad uno stato nuovo, di purificazione, di rinascita  spirituale, simbolicamente resa come rigoglio e freschezza delle piante. Si augura che le sue parole agiscano sulle anime degli Ebrei, sui loro cuori, come l'acqua nell'arsura dei campi.
Un elemento essenziale che ritorna in questa parashah è quello della memoria condivisa come coesione di un popolo, come patrimonio collettivo identitario su cui costruire il futuro delle generazioni. Conoscere e trasmettere la storia pregressa, per quanto antica è un importante mitzvah che rende cosciente la continuità e la iterazione di atti e riti, che altrimenti potrebbero sembrare distanti dalla sensibilità contemporanea. Sentirsi attanti di una forma identitaria ci dà la coscienza di partecipare alla storia ma soprattutto di partecipare al progetto di D-o.
Molti, ad esempio, oggi chiedono agli Ebrei di scrollarsi di dosso il terribile retaggio delle persecuzioni di ogni tempo. Ma la memoria antica ritorna in noi con l'ammonimento Ricorda cosa ti ha fatto ʽAmalek.
Per questo ognuno di noi deve essere depositario di una coscienza collettiva e contemporaneamente unione con le generazioni future. Tutti gli altri popoli della storia si sono perduti o hanno dimenticato la propria identità, gli Ebrei no, grazie a questa volontà di condividere la memoria della nostra storia; quella di un popolo prescelto da D-o come proprio retaggio.
Vi invito anche a leggere una bella derashah sulla Parashat Haazinu, di Jonathan Pacifici, che trovate nel sito Torah.it.
Shabbath shalom

Israel Eliahu


ROSH HASHANAH 1-2 TISHRI 5773

Joan landis: Rosh haShanah

ORARI DI SIRACUSA
Dalle ore 07.04 del 1 Tishrì / 4 -5 Settembre fino alle ore 07.01 del 2 Tishrì /5-6 Settembre ; segue Shabbath.

L E T T U R E 
Primo giorno
I Sefer: Bereshit 21 
II Sefer: Bemidbar 29,1-6
Secondo giorno
I Sefer: Bereshit 22
II Sefer: Bemidbar 29,1-6

Shalom a tutti.
Nel link che segue trovate il seder di Rosh haShanà che potete stampare.

Vi servirà sia che trascorriate Rosh HaShanah in comunità che in famiglia.

Il seder è frutto di una stratificazione rituale avvenuta nei secoli. Il primo nucleo del seder, che risale al 350 era volgare, prevedeva solo zucca, finocchio, porro, barbabietola e datteri.

Oltre a questi, dall'VIII secolo fino al XVI, sono stati aggiunti anche mela (in particolare per gli askenaziti), fichi, melograno, testa d'agnello, miele, dolci, pesce, che variano da minhag a minhag, cioè relativo a diversi usi e consuetudini.  

Ognuno di questi alimenti ha una simbologia propria secondo due diverse letture.

Quella di Rashì, più semplice ed immediata e riferita alla prima serie di vegetali, spiega questa scelta col fatto che queste specie hanno una crescita molto veloce e sono segno di moltiplicazione e, inoltre, sono frutti dolci, quindi augurali per un anno a venire privo di dolore e amarezze.

Più complessa invece l'interpretazione cabalistica che si richiama al valore letterale e alle radici dei nomi nonché alla ghematria.

Ricordate che si usa anche intingere il pane nel miele. Ma anche in questo caso bisogna usare per hamotzì anche il sale. Prima si mette il pane nel sale e si mangia, poi si intinge nel miele.

Come sapete Rosh haShanah, il primo giorno del mese di Tishrì, è uno dei tre capodanno ebraici. Il secondo, che cade il 15 di Shevat, è Tu biShvat, il capodanno degli alberi. L'altro è il primo di Nissan, il periodo di Pesach e della liberazione dalla schiavitù dall'Egitto, il capodanno religioso. Nella Torah si fa riferimento a Rosh haShanah come il giorno del suono dello shofar, Yom Teruʽà,  ma nella letteratura rabbinica successiva si trova anche la definizione di giorno del giudizio, Yom haDin e anche giorno del ricordo, Yom haZikkaron.
Il giorno di Rosh HaShanà è d'obbligo ascoltare il suono dello shofar. È detto anche Yom Teruʽà, il giorno del suono tremolante, poiché è uno dei tre tipi di suono che emette uno shofar.

Shanah tovah umetuqah lekullam

Israel Eliahu

!שנה טובה ומתוקה לכולם

Quest'anno Shabbat Teshuvà segue Rosh haShanà senza interruzioni.
Mentre a Shabbat è strettamente vietato cucinare, in un giorno di festa ciò è permesso, usando un fuoco acceso prima dell'ingresso della festa (esistono candele che durano due giorni). Ma anche in questo caso è possibile cucinare solo il necessario per il giorno stesso. Quando però Shabbat inizia subito dopo la festa, si è di fatto obbligati a preparare per Shabbat durante la festa. I maestri hanno quindi stabilito che si mettano da parte prima dell'entrata della festa, recitando la relativa berakhah, almeno due cibi (classicamente un uovo sodo e un pane) che verranno riservati allo Shabbat e consumati durante lo stesso. In tal modo, anche se si continua la preparazione per Shabbat durante la festa stessa, di fatto non si fa che completare ciò che già è stato iniziato in settimana.
Le candele di Shabbath vanno accese, come sempre prima dell'entrata di Shabbath e con la solita berakhah, con il fuoco della candela che è stata accesa prima della festa.