ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore 19.01
Havdalah 19.58
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PARASHAH HAAZINU: Devarim 32
HAFTARAH: Hosheaʽ 14,2-10; 7,18-20
Quest’anno la Parashah di Haazinu coincide con lo Shabbath Teshuvà, il primo Sabato dell’anno nel quale veniamo chiamati al completo ritorno alla legge divina.
Moshè
riassume in questa cantica i concetti fondamentali da lui espressi in
Devarim. Si esprime dunque in poesia metrica, il mashàl, termine esteso a tutta la poesia ebraica ma che originariamente è
caratterizzato da due fattori: il parallelismo e brevi incisi. Scriveva
Luzzatto che il parallelismo aveva una radice negli adagi, nelle
sentenze, nelle similitudini.
La
cantica si apre con un'invocazione al cielo e alla terra che si
caratterizzerà nel genere profetico, ad esempio in Isaia e Mikhah.
Lattes fa notare come un'invocazione simile si ritrova anche in
Virgilio nell'Eneide.
Moshè
paragona questa cantica alla pioggia e alla rugiada. Ritorna ancora
l'acqua come elemento lustrale che conduce ad uno stato nuovo, di
purificazione, di rinascita spirituale, simbolicamente resa come
rigoglio e freschezza delle piante. Si augura che le sue parole agiscano
sulle anime degli Ebrei, sui loro cuori, come l'acqua nell'arsura dei
campi.
Un
elemento essenziale che ritorna in questa parashah è quello della
memoria condivisa come coesione di un popolo, come patrimonio collettivo
identitario su cui costruire il futuro delle generazioni. Conoscere e
trasmettere la storia pregressa, per quanto antica è un importante
mitzvah che rende cosciente la continuità e la iterazione di atti e
riti, che altrimenti potrebbero sembrare distanti dalla sensibilità
contemporanea. Sentirsi attanti di una forma identitaria ci dà la
coscienza di partecipare alla storia ma soprattutto di partecipare al
progetto di D-o.
Molti,
ad esempio, oggi chiedono agli Ebrei di scrollarsi di dosso il
terribile retaggio delle persecuzioni di ogni tempo. Ma la memoria
antica ritorna in noi con l'ammonimento Ricorda cosa ti ha fatto ʽAmalek.
Per
questo ognuno di noi deve essere depositario di una coscienza
collettiva e contemporaneamente unione con le generazioni future. Tutti
gli altri popoli della storia si sono perduti o hanno dimenticato la
propria identità, gli Ebrei no, grazie a questa volontà di condividere
la memoria della nostra storia; quella di un popolo prescelto da
D-o come proprio retaggio.
Vi
invito anche a leggere una bella derashah sulla Parashat
Haazinu, di Jonathan Pacifici, che trovate nel sito Torah.it.
Shabbath shalom
Israel Eliahu
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