Josef Johann Süss: Studiosi ebrei discutono
ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore 19.39
Havdalah 20.39
Per le altre località clicca Q U IPARASHAH SHOFETIM: Devarim 16,18 - 21,9
HAFTARAH: Yeshaʽyah 51,12 - 52,12
La
parashah Shofetim ha un contenuto prevalentamente giuridico. La legge espressa dalla Torah trova
compimento non solo nella prassi strettamente religiosa e
nell’applicazione di una giurisprudenza altamente evoluta e che è
tuttora cardine del pensiero ebraico, ma anche delle normative di
amministrazione della giustizia più moderne. La legge del Signore è
perfetta, scrive Nahmanide, e il popolo ebraico è ancora qui a
testimoniarlo, quando tutte le altre grandi civiltà del passato sono
solo archeologia.
La parola Halakhah,
la legge ebraica, deriva da halokh, cioè camminare; sta ad indicare un
percorso, un cammino, ci dice che questa non è la meta, ma lo strumento
che ad una meta deve condurci: il tempo nuovo della giustizia e della
pace, il tempo del Mashiach, il senso e la finalità della storia.
La
legge ebraica è frutto delle disposizioni divine, dunque parte da
vincoli religiosi, ma si fa portatrice essa stessa di contenuti
religiosi. Il coincidere, all’interno dell’ebraismo dei vincoli di
sangue e parentali, dei vincoli che legano l’organizzazione tribale di
Israele e dei vincoli religiosi ha determinato una compenetrazione fra
società, storia e religione.
Scrive
Fromm "L’anello di congiunzione della correlazione fra unità fisica e
metafisica, dunque la compenetrazione del corpo sociale da parte
dell’«anima» del corpo culturale: questa è la legge.
Carattere
primario della legge è dunque questo: essa deve avere un contenuto tale
da costituire un sistema normativo vincolante per tutti i membri del
popolo e insieme capace di salvaguardare l’individualità religiosa del
singolo, un sistema che affondi le radici nell’idea religiosa che il
popolo deve assimilare. L’atteggiamento religioso-etico fondamentale non
viene trasformato in sistema teologico, ma sfocia direttamente nella
HALAKHAH, la legge. Sicché questa diventa la più forte espressione del
sentimento religioso, che non si ferma nell’ambito del pensiero, bensì
in una pratica nazionale, sociale, razionalmente significativa".
Dobbiamo a Moshe l’unità di Israele, avvenuta proprio
attraverso la proclamazione della legge dopo l’evento sinaitico.
L’unità che si concretizza nella fusione di etica etnica religione
corrisponde alle parole di D-o che leggiamo in Esodo 19,6: “Voi mi
apparterrete come un regno di sacerdoti e un popolo santo”.
"Oltre
la metafisica è evidente che la legge del Signore esige l’azione,
l’applicazione della giustizia fra gli uomini - scrive ancora Fromm - La
legge è creata per la totalità, non per il singolo, per il popolo e non
per una classe. Dinanzi alla legge tutti sono uguali; essa è
l’espressione di una democrazia sostanziale, non formale".
Oggi,
ad esempio, Israele ha una costituzione talmente evoluta da potersi
dire uno stato sociale. In occidente non ve n’è d’eguali, immaginate
altrove. Mentre al parlamento del Cairo dibattono sulla questione se si
possa avere coniugio sessuale dopo la morte della moglie, e per quante
ore dopo il decesso; mentre in Pakistan processano una bambina down per
blasfemia e in Iran fanno esplodere come attentatrice
suicida un'alienata mentale, qui non solo non si conosce la
costituzione dello Stato di Israele, ma nemmeno si conosce la legge
divina, la Torah, che dovrebbe essere fondamento di qualsiasi sapere
legislativo e normativo.
Shabbath shalom
Israel Eliahu
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