Karla Gudeon: Tiqqun ʽOlam
ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore 18.19
Havdalah 19.15
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PARASHAH NOACH: Bereshith 6,9 - 11,32
HAFTARAH: Yeshaʽyahu 54,1 - 55,5
Shalom a tutti.
La lettura di Noach, ci offre, fra altri, due spunti che propongo alla vostra riflessione.
" Tutte le bestie
della terra e tutti i volatili del cielo avranno spavento di voi; con
tutti gli animali che strisciano sulla terra e con tutti i pesci del
mare, sono dati in mano vostra. Ogni essere che è vivo, vi servirà di
cibo; come le verdure io vi dò tutto. Non mangiate però carne mentre ha
la sua vitalità, il suo sangue (...) Ecco io fermo il
mio patto con voi, con la vostra discendenza dopo di voi; e con tutti
gli esseri viventi che sono con voi: volatili, animali domestici e
selvatici insieme a voi..."
Rashì traduce integrando (in neretto) :
- ...così come ad Adamo avevo concesso di mangiare solo piante vegetali ora a voi ho dato il permesso di mangiare tutto. -
Il
Signore coinvolge nello stesso patto, sotto il segno dell'arcobaleno,
uomini ed animali, eppure dà agli uomini la possibilità di uccidere
animali per cibarsene. Perché? Perché se l'Adam è vegetariano a questo
punto della storia umana D-o acconsente che una sua creatura si cibi di
un'altra creatura? Eppure l'evidenza è che D-o ama in egual misura
tutte le sue creature, tanto che agli animali viene esteso il diritto al
riposo dello shabbat. In Devarim il quarto comandamento cita
espressamente gli animali, come il bue e l'asino, partecipi del riposo.
Nel salmo 104 "i leoncelli chiedono a D-o il loro cibo".
Recita Qohelet:
"Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come
muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti".
Ne
abbiamo conferma anche nel destino condiviso di perire con l'intera
umanità sotto il diluvio, proprio come se il peccato umano avesse trascinato con sè anche gli incolpevoli animali.
umanità sotto il diluvio, proprio come se il peccato umano avesse trascinato con sè anche gli incolpevoli animali.
Dunque gli animali
partecipano al progetto divino, hanno una nefesh, l'anima
più connessa al corpo, il principio dei processi biologici, l'intelligenza vitale della conservazione e trasmissione della vita.
Potremmo
azzardare allora che l'improvvido uso del discrimine da parte di Adamo
ed Eva possa aver trascinato l'intero creato in un percorso doloroso di
rigenerazione e di auspicato ritorno all'Adam Kadmon: partorirai con
dolore, lavorerai con fatica, ti ciberai di altre creature viventi.
Comunque sia, l'intendimento divino non ci è noto.
Però se il nostro
progetto collettivo è quello di tornare alla perfezione originaria dell'Adam prima del peccato, se per questo abbiamo gli strumenti, la Torah,
per compiere questo ritorno nella perdita dell'identità individuale per
quella di Israele, dobbiamo anche comprendere che in questo percorso
dobbiamo abbandonare la pratica di cibarsi di animali e ritornare ad una
alimentazione vegetariana.
Naturalmente questo ha indotto gli antropologi e gli storici alle varie
supposizioni, non ultima quella di un bizzarro signore che riteneva che
l'uomo si fosse evoluto, per quello che riguarda le capacità
intellettive, proprio mangiando il cervello di altri ominidi o primati.
Però l'argomento pone l'accento sulla questione del divieto divino di
cibarsi di parti di animali ancor vivi.
Il divieto di
cibarsi del principio vitale, cioè il sangue, è alla base delle molte
regole che nella kasherut disciplinano l'alimentazione carnivora. Una
parte, perché molte di queste regole non possono essere spiegate tout
court con questioni di pertinenza igienico salutista. Non si capirebbe
per altro perché allora la Torah non si fosse occupata di tutte le
creature del regno vegetale che sono tossiche o velenose.
Le
motivazioni sono tante e stratificate su diversi livelli, da quello
religioso rituale, a quello etico a quello funzionale a quello
nutrizionale. Dell'argomento se ne sono occupati in molti, basti pensare
a Bloch, a Aaron levi, a Wiener, a Reinach, a Zapletal. Noi naturalmente
non possiamo in questa sede entrare nel profondo dell'argomento, posso
solo invitarvi a riflettere e a documentarvi.
L' altra questione sulla quale vorrei innestare una riflessione è quella di Babel e la confusione delle lingue. - In
tutta la terra si parlava un'unica lingua e si usavano le stesse
espressioni - Così la nostra parashah. Questa affermazione conferma la
teoria monogenistica della lingua: le prime espressioni onomatopeiche
che connettono un essere umano al mondo esterno sono comuni a tutto il
mondo. Pensate alla m di mamma comune a tutti i ceppi linguistici che
rimanda alla suzione del latte materno... la questione è lunga
torniamo alla Torah.
Specifico
questo perché alcuni commentatori ritengono che in realtà tutte le
lingue fossero conosciute in una e tutte comprese prima di Babele e che
l'incomprensione fosse dovuta dunque alla privazione di competenze
linguistiche e non alla diversificazione. Dal molteplice all'uno.
Noi crediamo che in realtà si sia passati da una lingua ad una
pluralità di espressioni diverse. Dall'uno al molteplice; sembra una
regola questa. Anche in Bereshit il Signore separa l'asciutto, parola
espressa al singolare, dalle acque. E quest'unica terra iniziale
risponde esattamente alla teoria della deriva dei continenti.
Scusate
l'ulteriore divagazione. Comunque dobbiamo chiederci perché il Signore
decida di confondere le lingue. Lattes ne fa una lettura bella ed
esaustiva e non ci sarebbe certo bisogno di aggiungere altro. La
confusione delle lingue serve anche come deterrente per far fallire un
progetto di cui si era persa la finalità. Se metaforicamente leggiamo la
torre come la via per avvicinarsi alla divinità seguendo un istinto di
perfezione, con la verticalizzazione delle opere e del pensiero umano,
in sé la cosa parrebbe non avere nulla di negativo. La mistica e l'ascesi servono allo stesso percorso. Tuttavia qui sembra che questa
finalità si fosse perduta nella costruzione; che gli uomini, anziché
sentirsi essi stessi pietre della elevazione, si servissero di mattoni
solo per innalzare un totem del potere umano ficcato nella sacralità del
cosmo.
Così D-o decide di cancellare la superbia umana confondendo la lingua, cioè la capacità di intelligere comunicando.
Shabbath shalom
Israel Eliahu
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