Boris Dubrov: Shabath, 2009
ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore 16.24
Havdalah ore 17.25
Per le altre località vedi http://www.myzmanim.com/search.aspx
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Parashah Vayshlach: Bereshith 32,4 - 36,43
Haftarah Vayshlach: (secondo il rito sefardita) ʽObadiah 1-21
L
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e
due figure di Esaù e Yaʽakov sono diventate paradigmatiche
nel mondo Ebraico. Il Rabbi di Piazens nel suo Esh Kodesh dice:
"Le
mani di Esaù prevalgono sulla voce di Giacobbe quando gli Ebrei non si occupano
della Torah e non educano i loro figli secondo la Torah".
Un
Midrash racconta che "… quando Giacobbe ed Esaù erano ancora nell'alveo
materno, Giacobbe disse ad Esaù: - Esaù, fratello mio, siamo due figli e
abbiamo due mondi dinanzi: questo mondo e il mondo futuro. In questo mondo si
mangia e si beve e si fa commercio; ma nell'altro non è così. Se tu vuoi prendi
questo mondo ed io prenderò il mondo futuro. - Esaù scelse per sé questo
mondo e Giacobbe quello a venire.
Quando
più tardi Giacobbe ritornò dalla dimora presso Labano recò con sé mogli e
figli, schiavi, ancelle, animali, argento ed oro.
Vedendolo
fornito di tutti questi beni Esaù gli domandò: - Giacobbe, non avevi detto che
tu avresti preso il mondo a venire ed io questo mondo? Come mai allora
possiedi quello che appartiene a questo mondo esattamente come succede a me?
Giacobbe
gli rispose: - Questa non è che una piccola parte delle ricchezze che il Signore
mi ha assegnato per i bisogni di questa vita. - Allora Esaù ragionò fra sé: Se
dei beni di questo mondo, dai quali per la verità dovrebbe essere escluso, il
Signore gli ha elargito tanto, quanto grande sarà la parte che a lui toccherà
nel mondo futuro!?!? "
(Tana
debe Wliahu, Zuta)
da
R. Pacifici: Midrashim
Pure
Esaù, minaccioso e gabbato, riesce a comparire nelle leggende ebraiche come l'astuto
Esaù, dispensatore di consigli e giudizi come nel caso che segue:
Portarono
davanti ad Esaù un ladro che non voleva confessare il proprio reato. Esaù gli
disse - Confessa che hai rubato! -
-
Io non ho rubato - rispose il ladro.
Allora
Esaù disse -Vedo dunque che sei un uomo schietto e pio, non è giusto che un
uomo onesto come te sia chiamato ladro. Dimmi solo come si chiama colui che ha
diviso con te il bottino -
Allora
il ladro disse - Quel miserabile è riuscito a fuggire tenendosi tutto il
bottino, anche la mia parte -
L'uomo
fu così riconosciuto colpevole e condotto in prigione.
da
Fiabe e leggende ebraiche.
Comunque
sia queste due figure hanno alimentato anche il tristo e bieco sentimento
antisemita che anche di questo si nutre.
Nel
1944 un tal Goffredo Coppola, la cui memoria è andata perduta scrisse:
"... scorgo nel rosso e irsuto Esaù il bolscevico diseredato e violento
che servirà con le armi suo fratello Giacobbe-Israele, uomo di città e
senza peli. ... Esaù e Giacobbe sono i due aspetti della politica
Giudaica l'uno il bolscevismo l'altro il capitalismo affaristico e plutocratico".
Fate
attenzione perché questa retorica blasfema è ancora vitale ed è tornata sui
giornali e su internet in questo periodo di crisi economica mondiale. La
ferocia nascosta nelle tenebre è ancora in agguato.
Ma
torniamo alla nostra derashà.
Lo
stupore attonito dell'ineffabile si fa profezia.
Maimonide
stesso nella sua Guida dei perplessi riconosce
nell'episodio
della lotta con l'angelo un valore profetico.
Naturalmente
nella voce degli angeli si riconosce l'intenzione di D-o: "Il Signore disse
per mano (voce) di un angelo" (Gen Rabbah 63).
Maimonide
classifica 4 forme di profezia
1)
Il profeta afferma apertamente che il discorso proviene da un angelo.
2)
Il profeta riporta solamente il discorso fattogli dall'angelo ma non afferma di
averlo avuto in sogno o in visione, confidando nel fatto che non c'è
rivelazione se non in questi due modi: "In visione a lui Mi farò riconoscere,
in sogno con lui parlerò" (Num 12,6).
3)
Il profeta non parla dell'angelo ma attribuisce il discorso a
D-o
che gli avrebbe parlato in sogno o visione.
4)
Il profeta dice semplicemente che D-o gli ha parlato e gli ha detto fa' oppure
opera oppure riporta questo!
Senza
nominare angeli, confidando nel fatto che è noto che non c'è
profezia né rivelazione se non in sogno o visione.
Ascrivendo
la frase - Egli disse il tuo nome è Giacobbe -, al secondo caso Maimonide passa
ad analizzare la lotta con l'uomo: "Io dico parimenti, a proposito
della vicenda di Giacobbe, laddove sta scritto - E lottò con lui un uomo -
che questo rientra nella forma della rivelazione, perché alla fine diventa
chiaro che quell'uomo era in realtà un angelo ... prima si dà l'informazione
generale poi la Torah prende a spiegare quanto è accaduto. A proposito di
Giacobbe sta scritto - E gli si opposero gli angeli di D-o; poi si prende a
spiegare come erano andate le cose dicendo che Giacobbe aveva mandato degli
inviati etc... Poi si dice - E Giacobbe rimase solo- e quell'uomo corrisponde
agli angeli di D-o di cui si era parlato all'inizio - E gli si opposero gli
angeli di Dio- Ora è evidente che la lotta e il discorso sono accaduti tutti
in una visione profetica".
E
in effetti nei vari midrashim su questa parashah si parla sempre di un angelo.
Questo
è un midrash al versetto Gen. 32,25 "E un uomo lottò con lui".
V'è
chi dice che fosse Mikael. Gli disse Mikael: "Se tu hai potuto vincere me
che sono uno dei capi delle schiere angeliche, perché allora temi Esaù?-
Disse
Rabbi Tarfon: Mikael non poté muoversi dal suo posto finché Giacobbe non
glielo permise: è detto infatti "mandami via perché spunta l'alba".
Gli
disse Giacobbe "sei forse un ladro o un giocatore che hai paura
dell'alba?"
Sopraggiunsero
allora le schiere del Servizio Divino e dissero:
"Mikael,
sali! è giunta l'ora del canto, se tu non vieni a intonare il canto resta
sospeso!" Allora Mikael supplicò Giacobbe:
"Mandami
via, ti prego, onde non abbiano a bruciarmi, gli angeli che risiedono nell'Empireo,
a causa del ritardo del canto!"
"Non
ti manderò via finché non mi avrai benedetto" (Gen. 32,27)
"Hai
forse bisogno della mia benedizione? Chi è superiore il figlio o il servo? Io
sono il servo e tu il figlio".
Gli
rispose Giacobbe "nonostante ciò benedicimi".
Allora
Mikael disse: "Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele" (Gen. 32,29)
Beato te figlio di Donna che sei entrato incolume nella reggia di Dio (Mid.
Abkir).
da
R. Pacifici: Midrashim
Dunque
D-o ha messo nel cuore degli uomini il mistero e ha dato loro il dono della
profezia per svelarlo, ma trascende ogni possibilità dell'uomo raccontare il
segreto, l'alam. Anche la rivelazione è incompleta, mascherata. Nemmeno a Mosè
il Signore rivelò completamente la Torah, rimase il mistero delle corone
sulle lettere che solo a Rabbi Achiba furono svelate.
D-o
dimora nelle tenebre più profonde (1,Re 8,12).
Il
suo mistero è celato per sempre all'uomo, "le cose occulte appartengono al
Signore" (Deut. 29,28).
Così
restiamo ancora una volta nello stupore assoluto davanti al nome ineffabile.
Shabbat
shalom
Israel
Eliahu
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