Come volevasi dimostrare! Gli oltraggi, le minacce. Questa sugna rancida, queste frasi ammuffite, scritte sui muri e sui loro cuori. Per noi valgono quello che sono. Grugniti di porci che consegnano sé stessi alla stampa. Ma se questi parassiti dell’anima, questi trisma del cervello sono espressione dell’inutile vita dei vegetali del pensiero, se costoro esistono è solo perché questo stato, questa umanità allo sbando non ha ancora anticorpi. Che cosa possiamo pretendere da questo paese snocciolato, evirato della sua memoria, se poche settimane fa un magistrato ha assolto un professore che negava l’olocausto perché essendo una libera opinione il fatto non costituisce reato? Questo magistrato avrebbe dovuto prendere la via delle carceri insieme all’imputato. Che cosa possiamo sperare da una rivolta dell’intellighenzia nostrale che ritiene la negazione dell’olocausto una espressione del pensiero, quando si profila la possibilità che diventi reato, per legge, il negazionismo? In nome di quale libertà è consentito in questo paese che pensa di essere la patria della legge, segnare i muri con infamie come quelle di Roma? In nome di quale libertà di pensiero un deputato chiede di pensare al povero terrorista che si è fatto esplodere? Cos’è questa melassa becera che fa parlare fuori da ogni pudore personaggi come la Sgrena, che fa andare a braccetto dei terroristi l’ex ministro D’Alema? Cos’è che consente di dare ad Abu Mazen, che ha scritto una tesi di laurea negazionista, la cittadinanza di Napoli? Perché non ci si indigna più? Perché questo paese tollera che vengano insultati i partigiani Ebrei che portano la bandiera d’Israele?
Perché si dà la parola a chi dovrebbe andare in galera per apologia di Nazismo, di razzismo, di Fascismo? Perché sono diventati deputati e senatori personaggi che diffondevano il pensiero mirabile di Pol Pot, autore di uno dei più efferati eccidi della storia? Perché ancora fiata chi ha tentato di asservirci ad uno dei più spietati totalitarismi, quello comunista, quello che Hannah Arendt denunciò come parallelo specchio di quello nazista?
Perché questo paese digerisce tutto, in nome di un relativismo che olezza di putredine, di una falsa democrazia, di un millantato stato sociale? Perché l'ammasso del pensiero è questo?
Un amico, docente in una università israeliana, qualche anno fa fece una boutade. Gli Ebrei italiani sono fortunati che esista Berlusconi, così tutto l’odio che cova nei petti italici non cade sugli Ebrei, ma quando non ci sarà più…
A me non interessano le parole, cari sindaci democratici, non mi curo delle frasi mille volte ascoltate sullo sdegno che la comunità etc etc. A me interessa che quando una persona su internet diffonde idee negazioniste vada a marcire in galera perché complice dell’omicidio di milioni di persone. Mi interessa che la testa di porco non sia punita come una goliardata ma come un oltraggio all’umanità. Io pretendo che il razzismo sia punito con la galera. Perché i crimini razzisti sono un oltraggio sull'uomo in quanto uomo.
Io non accetto più che quando un ex partigiano commemora lo sterminio della Shoah debba tirare fuori dal cappello Israele e Berlusconi; io non posso più accettare di dover sempre motivare il mio esistere e la mia diversità ogni volta che parlo alla gente della Shoah.
Non è accettabile che dopo aver pubblicato il programma della Giornata della Memoria arrivino messaggi caramellosi tipo “A quando la giornata dei palestinesi morti?”.
Lo so chi sei e dove ti nascondi, potrei venire a stanarti, ma a che serve? Avresti il plauso congiunto del becerismo nazionale. Chissà che un giorno non si debba festeggiare il Giorno della scomparsa dell’idiozia.
Israel Eliahu
Nessun commento:
Posta un commento