venerdì 5 luglio 2013

SHABBATH 28 TAMMUZ 5773 / 5-6 LUGLIO 2013

Anna Bialecha: I rabbini, 2013

ORARI SI SIRACUSA
Accensione  ore  20.03
Havdalah             21.08
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PARASHOTH MATTOTH e MASSʽÈ: Bemidbar 30, 2 - 32, 42; 33 - 36
HAFTAROTH: Yrmeyah 1, 1 - 2, 3; 2, 4-28; 3, 4.

La parola neder che noi traduciamo come voto significa promessa solenne (viene utilizzata insieme ad altri sinonimi come alah - giuramento, issar - astensione, shevuʽah - giuramento) come offerta di una privazione o del compimento di una mitzvah in cambio di una grazia o della realizzazione di un beneficio. Dunque la parola neder compare composta con altri verbi in 91 diversi contesti da Bereshit a Qohelet. L’impegno solenne deve essere assolutamente mantenuto, anche se esiste la possibilità di sciogliere un voto. Deve essere ottemperato perché fatto direttamente con il Santo Benedetto Egli sia. Per questo si chiede che chi fa il voto sia una persona di grande integrità morale, di specchiata fede e devozione e che ritenga più importante fare il voto sulla cosa e non sulla persona, proprio per avere la possibilità di adempiervi anche in condizioni di grande difficoltà. Nell’ampia letteratura sull’argomento leggiamo che i nostri Padri espressero voti, come fece Jaʽakov. Tuttavia dobbiamo considerare che se una persona è osservante delle 613 mitzvoth e del dettato della Torah non avrebbe bisogno di fare voti. Improbabile che si possa aggiungere o togliere qualcosa alla parola di D-o. Per questo è consigliato di astenersi dal formulare voti e, ancor più giuramenti, per non doversi trovare nella eventualità, per quanto remota, di non poter adempiere a quanto promesso a D-o.
“Chiunque assuma un voto è paragonabile alle persone che erigevano un altare fuori da Yerushala’m quando ne era vietata la costruzione”.
Ad esempio quando si decide di fare una tzedakà, bisogna sempre pronunciare la frase «blì neder», senza che sia un voto. Questo perché è comunque una mitzvah cui dobbiamo ottemperare, pertanto quando si ha disponibilità lo si faccia.
Allora il voto o il giuramento vengono accettati per compiere qualche mitzvah solo perché si dà per scontato che chi lo formula non sia in grado di ottemperare a quanto già è suo obbligo. In questi casi va inteso come uno sprone al compimento della mitzvah.
Bisogna sempre abituarsi a pronunciare bli neder quando si assume l’impegno a compiere un precetto, perché è un impegno che abbiamo già con Kadosh Baruch Hu e che comunque gli dobbiamo.
“I voti costituiscono una barriera per tenersi lontani da ciò che è vietato” (Avot 3, 17) dunque sono accettati qualora rappresentassero un argine, ad esempio, contro gli eccessi del bere o del mangiare. Ma già sappiamo che in tutte le cose dobbiamo essere moderati e che la giusta misura, sia nel piacere che nella devozione deve essere la linea guida sulla quale uniformarsi.
Il Kitzur Shulchan ʽArukh ci ricorda nel capitolo 67 Regole riguardanti i voti e i giuramenti che un voto ha valore solo se la bocca che lo ha pronunciato e il cuore sono concordi. Se formulo un voto ma la mia anima non è disposta la formulazione è solo una vuota formula verbale; viceversa l’intendimento spirituale senza l’espressione sonora non è valido. La voce accompagna le nostre giornate anche nella ripetizione delle berakhot.
Il voto è dunque un contratto con HaShem. Si narra di un Re di Israele che, interrogato una volta perché non gli fosse riuscita gradita la lettura del testo sacro, di un chazan che pure aveva una bella voce ed aveva cantato magistralmente le note segnate nel testo, rispose: Come potrebbe riuscirmi gradita la sua lettura se egli lo ha fatto solo per far piacere a me? Soltanto se egli l’avesse letta con l’intenzione rivolta a D-o sarebbe riuscito a farmi cosa grata” (in  Bahja’ Ibn Paquda: I doveri dei cuori). Chiudiamo questa breve nota ricordando, con Il Kitzur Shulchan ʽArukh, che per sciogliere un voto o un giuramento ci si deve recare da tre persone esperte di Torah delle quali almeno una sia competente nelle norme riguardanti i voti e sappia quindi quale tipo di voto è lecito sciogliere e quale no e con quale procedura si possa dichiararlo nullo. Ed essi lo svicoleranno dal voto. Per estinguere il voto fatto da una persona durante un sogno è opportuna la presenza di almeno dieci uomini competenti in Torah.
Shabbath shalom
Israel Eliahu

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