mercoledì 20 febbraio 2013

PURIM 5773 - DIGIUNO DI ESTER: anticipato all'11 Adar/giovedì 21 Febbraio (dall'alba al tramonto)

 
Shalom a tutti.
Sappiamo che gli Ebrei praticavano il digiuno il giorno precedente a battaglie, ritenendo che questo atto li conciliasse ancor più con D-o e per questo motivo digiunarono anche il 13 di Adar, quando si riunirono per difendere la propria vita. Per onorare questa memoria il 13 di Adar si digiuna. Ma questo digiuno, come ogni altro, ha anche valenza di purificazione, di preparazione prima di accostarsi al sacro, come è nella memoria collettiva degli Ebrei. I nostri maestri scrivono che il digiuno "deve risvegliare i nostri cuori e indurci a percorrere le vie della penitenza, affinché questo ci serva a serbare ricordo delle nostre azioni negative e di quelle dei nostri antenati.... Ripensando a ciò saremo in grado di migliorare la nostra condotta come è detto: Confesseranno i loro peccati e i peccati dei loro padri" (Levitico 26,40).Io penso che questo svuotamento debba essere inteso come atto essenzialmente spirituale. Conoscete la storiella di quel tale che si voleva accostare ai gradi superni della conoscenza e si recò da un maestro, spiegandogli con dovizia informativa i gradi di preparazione già raggiunti? Il maestro gli chiese se gradiva una tazza di tè; così cominciò a versare la bevanda e quando il bicchiere fu colmo continuò a versare il liquido che scese sul tavolo e poi in terra. A questo punto l'aspirante allievo disse - Maestro, mi scusi, ma sta sciupando il tè inutilmente. - Il maestro rispose - Vedi, questo bicchiere è come te, sei venuto qui già pieno, senza umiltà e senza reale desiderio di imparare veramente, cosa potrei mettere in un uomo colmo di supponenza? Svuotati, sii umile, solo allora potrai accostarti alla verità superna. -
Fermo restando che il digiuno ci dà la misura che nulla è scontato e per tutto quello che abbiamo dobbiamo ringraziare il Signore ogni giorno. Questo facciamo recitando le berachot ogni mattina e anche ogni volta che ci accostiamo al cibo.

Tornando al digiuno di Ester dunque, dobbiamo sapere che non è un digiuno vincolante. Sono ammesse cioè delle facilitazioni per donne gravide, e per le persone malate o indisposte. Per altro, tutti sono tenuti ad osservarlo, anche se in viaggio o se il digiuno risultasse gravoso.

Vi ricordo inoltre che di Purim non si deve lavorare, tuttavia sono consentite transazioni commerciali, scrivere lettere di convenevoli e, a maggior ragione, è consentito ogni tipo di lavoro che serve a realizzare una mitzvah.

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Per quanto riguarda la lettura della meghillat di Ester, ci sono alcune norme importanti che dobbiamo ricordare.

È bene seguire la lettura in Sinagoga, anche perché Israele deve comprendere sempre il valore collettivo e comunitario dei propri atti.

Si devono usare gli abiti belli, quelli dello Shabbath e, come di Shabbath, tornando a casa si devono trovare le luci già accese, la tavola apparecchiata e il letto rimesso in ordine.

La sera prima della lettura si dovrà fare un'offerta, una donazione, terumah (qui non si intende la tzedaqah, giustizia elemosina; questo si fa in memoria del contributo che nel mese di Adar si raccoglieva per le offerte al Tempio per i sacrifici) dell'equivalente di tre mezzi sicli, che poi verrà distribuita ai poveri.

La lettura si tiene dopo che sono comparse le stelle. Un poco prima della lettura è consentito assaggiare qualcosa come caffè o una bevanda per riaversi dalla debolezza dovuta al digiuno.

Tutti hanno l'obbligo di ascoltare la lettura della meghillah. Chi legge ha l'intenzione di fare uscire d'obbligo tutto l'uditorio. Chi ascolta deve avere il proposito di uscire d'obbligo e quindi di ascoltare ogni parola che viene pronunciata. Chi legge deve inoltre sospendere la lettura ogni volta che avrà nominato il nome di Amàn per consentire ai presenti di fare rumore e maledire il nome del perfido personaggio della nostra narrazione.

Chi segue la lettura non deve leggere a bassa voce né anticipare né suggerire a memoria chi legge. Tuttavia ci sono 4 versetti, i pesukè gheullà, versetti di redenzione, che vanno recitati ad alta voce dai presenti e poi saranno ripetuti dall'officiante.

A Purim si devono offrire mishlòach manòt cioè almeno due porzioni di cibo così come è scritto in Ester: Mishloach Manòt ish leReʽèhu, ciascuno al proprio compagno. Si intendono cibi che non necessitano di preparazione, già cotti, ma anche dolci, frutta, vino.

Tutti, anche i più poveri, sono tenuti a fare almeno due Matanòt laevionìm, offerte ai poveri.

Inoltre è un precetto importante quello di organizzare un pranzo festivo da trascorrere in allegria, accendere candele: deve essere una giornata gioiosa, in particolare per i bambini.  Poiché il vino ha un'importanza rilevante nella storia di Ester, i nostri Saggi ci hanno imposto la regola di raggiungere una certa euforia grazie al vino, insomma di bere in misura maggiore del solito così da cadere addormentati e, nel sonno, "non riuscire più a distinguere tra le espressioni arùr Aman e baruch Mordechai", maledetto sia Aman, benedetto sia Mordechai (Talmud, Meghillà 7b). La normativa completa per il Purim potete trovarla nel Kitzur Shulchan Arùch.

Vi segnalo inoltre, per prepararci al Purim, queste importanti letture ai seguenti links:



inoltre nel sito torah.it, che il Signore li benedica per il lavoro che fanno, troverete molto altro materiale per approfondire il valore di questa festa.


Shalom e Hag sameach

Israel Eliahu

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