martedì 28 maggio 2013

SHABBATH 23 SIVAN 5773 / 31 MAGGIO - 1 GIUGNO 2013

 Albert Benaroya: Il tavolo del Rav

ORARI DI SIRACUSA
Accensione  ore 19.54
Havdalah             20.59
Per le altre località vedi  http://www.myzmanim.com/search.aspx

PARASHAH SHELACH: Bemidbar 13 - 15
HAVDALAH: Yehoshuaʽ 2

Ai quattro angoli del tallith ci sono gli tzitzioth. Ricordo che gli angoli del tallith si chiamano propriamente ali, kanfot. La loro simbologia fa riferimento ai quattro angoli della terra. Ogni giorno nella ʽAmidah recitiamo: “Riuniscici insieme dai quattro angoli della terra verso la nostra terra” e durante la lettura dello Shemaʽ raccogliamo simbolicamente il creato, il macrocosmo nel quale ci riconosciamo. Ammantarsi, raccogliersi nel tallith, vuol dire essere in Israele, nella sua unità spirituale, consonanti in haShem. Chi lo indossa sa bene come ci si senta protetti dal manto, come se la Shekhinah divina si posasse su colui che lo veste.
Come dicevamo, ad ogni angolo corrisponde una frangia, uno tzitzith che insieme al tallith costituiscono un’unica mitzvà. Ognuno di essi è composto da quattro fili che passati nel foro del panno raddoppiano. Uno di questi è più lungo degli altri, si chiama shamash e viene arrotolato attorno agli altri sette. Ogni filo è avvolto a spirale e si intreccia con gli altri fili a formare 5 nodi secondo l’uso ashkenazita, 4 secondo quello sefardita. Da un punto di vista cabalistico e ghematrico ci sono significati complessi e precisi. Nel tempo il numero dei fili delle frange fu oggetto di interminabili discussioni halakhiche da parte dei Maestri, con pluralità di opinioni anche contrastanti. Uno dei fili di ogni tzitzith era un tempo azzurro, petil tekheleth. Questo colore veniva estratto da un mollusco chiamato chilazon. Poiché la produzione di questo colore era costosissima e già allora rarissima, il colore usato è il bianco. Oggi si ritiene che esista una conchiglia, il murex trunculus, che potrebbe avere stretta parentela con il chilazon e che potrebbe dare un colore simile al tekheleth. Una esperta di colori per la tessitura sostiene che il colore dovrebbe essere una tonalità di viola.
Nella Torah la funzione dello tzitzith è esplicita: “Avrete pertanto una frangia e quando la guarderete, allora ricorderete tutti i precetti del Signore e li praticherete e non andrete dietro il vostro cuore e i vostri occhi…”. Questo precetto era ed è rivolto solo agli uomini, d’altronde originariamente la frangia era applicata solo agli abiti maschili, poi nel mutare dei tempi e del costume è rimasto solo agli angoli del tallith e quindi di una speciale veste di preghiera, anche se per la maggior parte degli ortodossi il tallith katan è una veste abituale con forti connotazioni di appartenenza dato anche il forte impatto visivo.
Nello Zohar è evidente l’intenzione di considerare lo tzitzith come una sorta di ponte, di connessione fra l’umano e il divino e, più recentemente, la cabalista Shazarahel nel suo volume “DNA Ebraico” riprende proprio questo idea del legame connettivo fra la dimensione spirituale umana e quella mistica divina.
Giulio Busi cita a tale proposito anche il testo Qedushat Levi di Lewi Yishaq ben Me’ir Berdichev, nel quale l’autore sostiene che si possono raggiungere livelli superiori di misticismo contemplando intensamente la frangia durante la preghiera. Non pensi chi legge che siamo di fronte a suggestioni mistiche, anche chi non ha mai indossato i Tefillin pensa sovente che si tratti di forme di autoipnosi, ma è sufficiente osservare questa fondamentale mitzva per capire o non indossarli correttamente per comprendere come questo legame mistico non si concretizzi.
Ricordo a tutti come ogni giorno nello Shemaʽ il Signore ci ammonisce di indossare i Tefillin e gli Tzitzioth: pregare senza ottemperare a queste due mitzvoth è come leggere parole nel vento.
Shabbat shalom
Israel Eliahu


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