domenica 3 novembre 2013

U M O R I S M O

Boris Dubrov: Klezmers, 2007


Un ispettore dell’Ufficio delle Entrate, di Equitalia, insomma un agente delle tasse, ogni anno si occupa di controllare i registri di una Comunità Ebraica e della Sinagoga. Essendo un feroce antisemita si cruccia del fatto che ogni anno non riesce a spuntare gli estremi per la più piccola sanzione. Tutto è sempre perfettamente in ordine, ogni entata ed ogni uscita sono sempre registrate correttamente. Ogni anno escogita qualche trabocchetto per cogliere in fallo il Rabbino senza mai ottenere alcun risultato. La canaglia rimugina e si arrovella sulle questioni più complesse dell’amministrazione e della burocrazia senza risultato. Finché un giorno, durante l’ispezione annuale ha un’illuminazione.
- Bene bene Rabbino, tutto bene ma, mi dica, cosa ne fate dei moccoli delle candele che non utilizzate, per caso le rivendete? -
- No affatto -risponde il Rabbino- portiamo tutto al nostro fratello Levi, che ha una cereria e, una volta all’anno, con i moccoli fonde un nuovo cero e ce lo dona. -
- Maledizione -mugugna l’esattore- non c’è verso di stanarlo. -
- E gli avanzi delle azzime, eh, cosa ne fate, per caso ne traete un qualche profitto rivendendole? -
- Ma no! Che dice! Noi diamo tutto al nostro fratello Cohen, che ha un forno e una volta all’anno ci fa farina di azzime e la dona alla comunità. -
Ma il genio del male è in agguato: esasperato l’esattore si lancia in una provocatoria e difficile richiesta.
- E le circoncisioni, eh?! Che ne fate dei prepuzi? Me lo vuole dire, maledizione?! -
- Non si alteri -risponde quieto il Rabbino- Glielo spiego subito. Vede, noi ogni volta li mandiamo all’Ufficio delle Entrate, loro assemblano il tutto e, una volta all’anno, ci mandano lei, caro Ispettore. -

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