venerdì 14 marzo 2014

PURIM 14 ADAR S. 5774 / 15-16 MARZO 2014


Joan Landis: Purim


Hilchot Purim

Di Purim non si deve lavorare, tuttavia sono consentite transazioni commerciali, scrivere lettere di convenevoli e, a maggior ragione, è consentito ogni tipo di lavoro che serve a realizzare una mitzvah.
Per quanto riguarda la lettura della meghillat di Ester, ci sono alcune norme importanti che dobbiamo ricordare.
È bene seguire la lettura in Sinagoga, anche perché Israele deve comprendere sempre il valore collettivo e comunitario dei propri atti.
Si devono usare gli abiti belli, quelli dello Shabbath e, come di Shabbath, tornando a casa si devono trovare le luci già accese, la tavola apparecchiata e il letto rimesso in ordine.
Tutti hanno l'obbligo di ascoltare la lettura della meghillah.
Anche le donne sono obbligate alla Kriat Meghillah sera e mattina. Chi legge ha l'intenzione di fare uscire d'obbligo tutto l'uditorio. Chi ascolta con la giusta Kavanah deve avere il proposito di uscire d'obbligo e quindi di ascoltare ogni parola che viene pronunciata.
Si può usare un microfono ma solo per migliorare l’ascolto amplificando il suono. Tutti devono poter sentire senza microfono altrimenti non si esce d’obbligo.
Solo il Chazan deve restare in piedi gli altri possono restare seduti.
Chi legge deve inoltre sospendere la lettura ogni volta che avrà nominato il nome di Haman per consentire ai presenti di fare rumore e maledire il nome del perfido personaggio della nostra narrazione.
Chi segue la lettura non deve leggere a bassa voce né anticipare né suggerire a memoria chi legge. Tuttavia ci sono 4 versetti, i pesukè gheullà, versetti di redenzione, che vanno recitati ad alta voce dai presenti e poi saranno ripetuti dall'officiante.
Ecco i versetti: cap 2, verso 5; cap 6, verso1; cap 8, verso15; cap 10, verso 3.
Per questo ognuno deve avere una propria megillah per seguire la lettura; nel caso non si comprendesse una parola infatti, dicono i nostri maestri, non uscirebbe d’obbligo.
Nel caso non si disponesse di una megillah klaf si può comunque seguire su una megillah su carta stampata.
Ovviamente chi non può partecipare alla lettura al Beth hakneset ha comunque l’obbligo di farlo a casa in famiglia.
A Purim si devono offrire mishlòach manòt cioè almeno due porzioni di cibo così come è scritto in Ester: Mishlòach Manòt ish lere‛ehu, ciascuno al proprio compagno. Si intendono cibi che non necessitano di preparazione, già cotti, ma anche dolci, frutta, vino.
Per i maschi che hanno compiuto almeno 20 anni è d’uso, fare una tzedakà in ricordo del machazit hashekel mezzo siclo d’argento che si dava per i sacrifici del Santuario.
È d’uso farlo prima di Minchah della vigilia di Purim dicendo “zeker lamachazit hashekel” cioè in ricordo del mezzo siclo.
Il valore corrispondente al mezzo siclo dovrebbe essere quello corrispondente a circa 10 grammi d’argento.
Inoltre si deve osservare anche il precetto di mattanot laevionim, cioè di fare un offerta ad almeno due poveri.
Si esce d’obbligo donando denaro o cibo.
Inoltre è un precetto importante quello di organizzare un pranzo festivo da trascorrere in allegria, accendere candele: deve essere una giornata gioiosa, in particolare per i bambini. Poiché il vino ha un'importanza rilevante nella storia di Ester, i nostri Saggi ci hanno imposto la regola di raggiungere una certa euforia grazie al vino, insomma di bere in misura maggiore del solito così da cadere addormentati e, nel sonno, "non riuscire più a distinguere tra le espressioni arur Aman e baruch Mordechai", maledetto sia Aman, benedetto sia Mordechai (Talmud, Meghillà 7b).
Non si deve esagerare perché il rischio è quello disonorare qualche mizvah.
Poiché è d’uso mascherarsi, ricordiamo che è assolutamente vietato il travestirsi da persona dell’altro sesso. Questo vale anche  per i bambini.
La normativa completa per il Purim potete trovarla nel Kitzur Shulchan Arùch.

Shabbath Shalom e Chag Purim sameach

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