mercoledì 14 novembre 2012

SHABATH 3 KISLEV 5773 / 16-17 NOVEMBRE 2012

Ebrei in preghiera nella Sinagoga durante Yom Kippur, dipinto di Maurycy Gottlieb, rielaborato da Israel Eliahu inserendo i volti di alcuni membri del Centro Tiqqun

ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore 16.30                         
Havdalah     ore 17.29
Per le altre località vedi  http://www.myzmanim.com/search.aspx

PARASHAH: Toldoth (Bereshith 25,19 - 28,9)
HAFTARAH: Malakhi 1,1 - 2,7

PARASHAH TOLDOTH

Shalom a tutti.
Questa settimana vi propongo la lettura di alcuni midrashim che si riferiscono alla Parashà Toledoth.
Innanzi tutto ricordiamo che cosa si intende col termine midrash. La parola deriva  dalla radice drsh, ricercare, indagare. Quindi si fa riferimento a quell'esercizio esegetico che appunto si fonda sulla profonda ricerca e approfondimento del testo della Torah e dei libri sacri al nostro popolo e che vide il suo acme nell'opera dei maestri dottori ebrei di epoca Talmudica fra gli ultimi secoli avanti e.v. e i primi 5 secoli dell'e.v. ma ha origini antichissime; già in Esdra 7,10 troviamo un riferimento ad "indagare la legge del Signore".  Possiamo anche dire che si sviluppa in epoca ellenistica, fiorisce in epoca romana e viene redatto, così come lo conosciamo dai testi, in epoca medievale.
Scrive Jehuda Zegdun che davanti alle sofferenze del popolo ebraico, alla convivenza con culture atee e antropocentriche, di fronte a questi problemi che assumono anche una valenza esistenziale... "ecco fiorire
l'insegnamento dei Maestri del Midrash che affrontano e vivono i grandi e piccoli problemi quotidiani della gente, offrono soluzioni, colmano lacune, consolano, sostengono e rinsaldano lo spirito del popolo. Si sviluppa e si diffonde il metodo interpretativo del Midrash  che ricerca nel testo biblico le risposte ai drammi del popolo".
Quindi si parla di esegetica scritturale e tutta quell'attività intellettuale che ad essa è connessa.
Il Midrash dunque è un "compimento" della Scrittura (dal verbo leqajjem, compiere).
Il Midrash, pur mantenendo il suo carattere popolare a volte didascalico e concreto, apre e svela la mishmaʽ, la cosa udita, il senso più ovvio trova la sua amplificazione in segni paralleli più complessi.
Come sapete ci sono due tipi di Midrash: quello relativo alla Halakhah (deriva da cammino, procedere) riferito alla componente legale e giuridica e quello relativo alla Haggadah, la narrazione storica, mitica o leggendaria legata ai testi sacri. Ed è proprio nelle sinagoghe che questo tipo di letteratura omiletica, con le derashot, si sviluppa.
I  midrashim che seguono sono dunque riferiti all'episodio della vendita della primogenitura e all'«inganno» di Yaʽacov. 
Il primo, La benedizione di Isacco (Gen 27) è tratto dal volume:
Riccardo Pacifici, Midrashim, fatti e personaggi biblici.
"E chiamò Esaù" (Gen 27,1)
Era la sera di Pesach e Isacco chiamo Esaù, suo figlio maggiore, e gli disse:
"figlio mio, questa sera tutto il mondo dice l'Hallel, questa sera i tesori delle rugiade celesti sono aperti; preparami dei cibi succulenti e ti benedirò, mentre sono ancora in vita". Ma lo Spirito Santo replicava: "Non mangiare il pane
dell'invidioso e non desiderare le sue delizie (Prov 23,6)".
Esaù uscì per portare quanto gli era stato chiesto e si trattenne a lungo. Allora Rebecca disse a Giacobbe: "Figlio mio questa sera i tesori delle rugiade celesti sono aperti, questa sera gli angeli cantano inni di lode, prepara dei buoni cibi per tuo padre, così ti benedirà, mentre è ancora in vita".
Giacobbe andò e portò due capretti (Pirke de Rabbi Eliezer, 32).
" E Isacco fu preso da un terribile spavento" (Gen 27,33).
Cos'è detto prima? "Giacobbe era appena uscito dalla presenza di suo padre" (ivi, 30): l'uno usciva, l'altro entrava. Com'è possibile? Si spiega così: Chi è alla luce non vede chi è nell'oscurità, ma viceversa chi è nell'oscurità vede chi è alla luce. Esaù che veniva da fuori, non vide Giacobbe che era nell'interno della casa, mentre Giacobbe lo vide e si nascose dietro alla porta. Quando fu passato, Giacobbe uscì. E come calcolò così esattamente il tempo perchè Esaù non sopraggiungesse e non ricevesse lui la benedizione? La cosa deve spiegarsi nel modo seguente: quando Esaù fu uscito per la caccia il Santo, Benedetto Egli sia, gli inviò il Satan e non gli permise di cacciare finchè Giacobbe non fu venuto a prendere la benedizione. Praticamente come avvenne ciò? Esaù inseguiva un cervo, riusciva a cacciarlo, poi lo legava e lo lasciava, per correre dietro a un altro cervo che legava parimenti; ma intanto veniva il Satan, scioglieva i cervi e li lasciava fuggire; questo avvenne due o tre volte: Così Esaù perdeva tempo, e frattanto Giacobbe venne e prese la benedizione.
Quando Esaù entrò, cominciò a gridare con arroganza: "Si alzi mio padre e mangi la cacciagione di suo figlio" (ivi,31): "Si alzi", come gli impartisse un ordine! Al contrario, Giacobbe parlò in tutt'altra forma: "Sorgi, deh, siediti e mangia" (ivi,19): tre espressioni che denotano preghiera, umiltà e remissione; invece quel peccatore disse: "Si alzi mio padre e mangi!". In quel momento Isacco riconobbe la sua voce e, spaventato gli disse: "Chi sei tu?". Quando invece era entrato Giacobbe, il profumo del Giardino Terrestre lo aveva accompagnato e Isacco si deliziò di quella soave fragranza, come è detto: "Vedi il profumo recato da mio figlio, è come il profumo della campagna che il Signore ha benedetto" (ivi,27) e,
nel dire ciò, gli impartì la benedizione. Ma quando entrò Esaù, sembrò che l'inferno gli si spalancasse dinanzi e perciò è scritto: "E fu colto Isacco da un grande spavento" (ivi,33); infatti, nel suo animo sorpreso pensò: "...mi sembra di vedere l'inferno e che Esaù  ne alimenta il fuoco".
"Chi è dunque colui che ha cacciato?" (ivi,33); Il testo usa per due volte il termine caccia; perchè? Disse Isacco ad esaù: "Tu sei andato a cacciare e invece sei stato a tua volta cacciato" (Tanchuma - Toledot)
È evidente qui l'intento di mostrare nella narrazione come Esaù abbia il destino segnato, in parte dalla sua esuberanza caratteriale, in parte dagli ostacoli che Satan frappone alla sua caccia, ma che non fosse lui il designato alla berakhah di Isacco.
Il midrash seguente, che vi invito caldamente a meditare, pur partendo dal commento alla nostra parashah Toledoth, attraverso una serie di collegamenti delinea il tema che Zegdun definisce "Una lotta eterna o della stupidità umana":
"Esaù serbò odio a Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato e disse in cuor suo: Sono vicini i giorni del lutto di mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe" (Genesi, 27, 41).
"E il bue o l'agnello non li scannerete con il figlio nello stesso giorno" (Levitico 22, 28).
Disse Rabbi Berechjà a nome di Rabbi Levì: è scritto (Prov 12,10) "Il giusto conosce l'anima del suo bestiame, ma la pietà dei malvagi è crudeltà".
" Il giusto conosce..." questo è D-o in quanto è scritto nella Torah (Deut. 22,6): "qualora ti capitasse per la strada il nido di un uccello... e contenga pulcini o uova e la madre li sta covando non devi prendere la madre sopra i figli".
"La misericordia dei malvagi..." questo è Sennacheribbo, in quanto su di lui è scritto (Osea 10,14): "madre e figli verranno schiacciati".
Altra spiegazione: "Il giusto conosce" questo è D-o in quanto è scritto nella Torah (Lev 22,27) Qualora nasca un animale bovino, ovino o caprino, resterà sette giorni con sua madre, e dall' ottavo giorno in poi sarà gradito come sacrificio..."; "La misericordia dei malvagi è crudeltà" questo è Amman il malvagio, in quanto è scritto (Ester 3,13) "... coll'ordine di sterminare, di uccidere, di distruggere tutti gli Ebrei, dal giovane al vecchio, bimbi e donne, nello stesso giorno".
Disse Rabbi Levì: Guai ai malvagi che operano (che confabulano) contro Israele e ognuno di essi dice: la mia idea è migliore della tua. Esaù disse: "Stupido era Caino, che uccise suo fratello mentre suo padre era in vita; e non sapeva forse che suo padre avrebbe prolificato e quindi aumentato la prole? Io non agisco così, bensì (Gen. 27,41): "Si avvicineranno i giorni di lutto di mio padre e ucciderò Giacobbe mio fratello".
Il Faraone disse: "Stupido era Esaù, che disse "si avvicineranno i giorni di lutto di mio padre"; e non immaginava che suo fratello avrebbe avuto figli mentre suo padre era in vita? Io non agisco così, bensì li uccido mentre sono piccoli", come è detto "quando assisterete le donne ebree nel parto, osservate il luogo in cui si trova il neonato e se è un maschio lo ucciderete..." (Esodo 1,16).
Aman disse "Stupido era il faraone che disse: "ogni figlio che nascerà..."; e non sapeva forse che le figlie avrebbero prolificato e fatto aumentare la prole? Io non agisco così, bensì: "sterminare, uccidere, distruggere tutti gli Ebrei, dal giovane al vecchio, bimbi e donne nello stesso giorno".
(A questo punto Jehuda Zegdun commenta: Oggi si potrebbe aggiungere: Hitler disse; "Stupido era Aman che disse : "distruggere tutti gli Ebrei..."; non sapeva che tutto il mondo l'avrebbe saputo e gli avrebbe impedito di attuare il suo piano?
Io non agisco così, bensì creo i campi di lavoro, così nessuno si accorgerà della soluzione finale).
Altrettanto Gog e Magog in futuro diranno: "Sono stati stupidi i primi che confabularono contro Israele; non sapevano forse che i figli di Israele hanno chi li protegge in cielo? Io non agisco così, bensì prima mi occupo del loro Signore e poi di loro", come è scrito (Salmi, 2,2) "Insorgono i Re della terra, i Principi si consigliano tra di loro contro il Signore e contro il suo unto".
Gli disse D-o: "Malvagio! Di me ti vuoi occupare? Giuro che muovo guerra contro di te" come è scritto (Isaia 42,13) "Il Signore uscirà come un prode, farà agire il suo zelo come un guerriero". È scritto ancora (Zaccaria 14,3): "E il Signore sorgerà a combattere contro quelle nazioni...".
E così è scritto là (ivi 14,3): "Il Signore sarà proclamato Re su tutta la terra; in quel giorno il Signore sarà l'unico e il Suo nome uno".
(Tratto da: Jehuda Zegdun: Il mondo del Midrash. Roma, Carucci)
Badate come in questa esposizione, per Gzerah shawah, cioè per analogia ma anche attraverso altri criteri ermeneutici come Klal ufrat (particolare-generale) ovvero una affermazione generale dedotta da quella particolare, nonchè con la Binjan av mikatuv ehad webinjan av mishnè ketuvim, la costruzione attraverso il raggruppamento di più testi, si ottenga una omiletica di grande valore educativo, etico oltre che di introduzione e spiegazione dei testi sacri.
Shabbat shalom
Israel Eliahu

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