giovedì 3 ottobre 2013

SHABBATH 1 CHESHVAN 5774 / 4-5 OTTOBRE 2013 - NOACH



Karla Gudeon: Tiqqun ʽOlam

ORARI DI SIRACUSA
Accensione ore  18.19
Havdalah          19.15
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PARASHAH NOACH: Bereshith 6,9 - 11,32
HAFTARAH: Yeshaʽyahu 54,1 - 55,5

Shalom a tutti. 
La lettura di Noach, ci offre, fra altri, due spunti che propongo alla vostra riflessione.

" Tutte le bestie della terra e tutti i volatili del cielo avranno spavento di voi; con tutti gli animali che strisciano sulla terra e con tutti i pesci del mare, sono dati in mano vostra. Ogni essere che è vivo, vi servirà di cibo; come le verdure io vi dò tutto. Non mangiate però carne mentre ha la sua vitalità, il suo sangue (...) Ecco io fermo il mio patto con voi, con la vostra discendenza dopo di voi; e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: volatili, animali domestici e selvatici insieme a voi..."

Rashì traduce integrando (in neretto) :

- ...così come ad Adamo avevo concesso di mangiare solo piante vegetali ora a voi ho dato il permesso di mangiare tutto. -

Il Signore coinvolge nello stesso patto, sotto il segno dell'arcobaleno, uomini ed animali, eppure dà agli uomini la possibilità di uccidere animali per cibarsene. Perché?  Perché se l'Adam è vegetariano a questo punto della storia umana D-o acconsente che una sua creatura si cibi di un'altra creatura? Eppure l'evidenza è che D-o ama in egual misura tutte le sue creature, tanto che agli animali viene esteso il diritto al riposo dello shabbat. In Devarim il quarto comandamento cita espressamente gli animali, come il bue e l'asino, partecipi del riposo.

Nel salmo 104 "i leoncelli chiedono a D-o il loro cibo".

Recita Qohelet: "Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti".

Ne abbiamo conferma anche nel destino condiviso di perire con l'intera 
umanità sotto il diluvio, proprio come se il peccato umano avesse trascinato con sè anche gli incolpevoli animali.

Dunque gli animali partecipano al progetto divino, hanno una nefesh, l'anima  più connessa al corpo, il principio dei processi biologici, l'intelligenza vitale della conservazione e trasmissione della vita.

Potremmo azzardare allora che l'improvvido uso del discrimine da parte di Adamo ed Eva possa aver trascinato l'intero creato in un percorso doloroso di rigenerazione e di auspicato ritorno all'Adam Kadmon: partorirai con dolore, lavorerai con fatica, ti ciberai di altre creature viventi.

Comunque sia, l'intendimento divino non ci è noto.

Però se il nostro progetto collettivo è quello di tornare alla perfezione originaria dell'Adam prima del peccato, se per questo abbiamo gli strumenti, la Torah, per compiere questo ritorno nella perdita dell'identità individuale per quella di Israele, dobbiamo anche comprendere che in questo percorso dobbiamo abbandonare la pratica di cibarsi di animali e ritornare ad una alimentazione vegetariana.

Naturalmente questo ha indotto gli antropologi e gli storici alle varie supposizioni, non ultima quella di un bizzarro signore che riteneva che l'uomo si fosse evoluto, per quello che riguarda le capacità intellettive, proprio mangiando il cervello di altri ominidi o primati. Però l'argomento pone l'accento sulla questione del divieto divino di cibarsi di parti di animali ancor vivi.

Il divieto di cibarsi del principio vitale, cioè il sangue, è alla base delle molte regole che nella kasherut disciplinano l'alimentazione carnivora. Una parte, perché molte di queste regole non possono essere spiegate tout court con questioni di pertinenza igienico salutista. Non si capirebbe per altro perché allora la Torah non si fosse occupata di tutte le creature del regno vegetale che sono tossiche o velenose. 

Le motivazioni sono tante e stratificate su diversi livelli, da quello religioso rituale, a quello etico a quello funzionale a quello nutrizionale. Dell'argomento se ne sono occupati in molti, basti pensare a Bloch, a Aaron levi, a Wiener, a Reinach, a Zapletal. Noi naturalmente non possiamo in questa sede entrare nel profondo dell'argomento, posso solo invitarvi a riflettere e a documentarvi.


L' altra questione sulla quale vorrei innestare una riflessione è quella di Babel e la confusione delle lingue. - In tutta la terra si parlava un'unica lingua e si usavano le stesse espressioni - Così la nostra parashah. Questa affermazione conferma la teoria monogenistica della lingua: le prime espressioni onomatopeiche che connettono un essere umano al mondo esterno sono comuni a tutto il mondo. Pensate alla m di mamma comune a tutti i ceppi linguistici che rimanda alla suzione del latte materno... la questione è lunga torniamo alla Torah.

Specifico questo perché alcuni commentatori ritengono che in realtà tutte le lingue fossero conosciute in una e tutte comprese prima di Babele e che l'incomprensione fosse dovuta dunque alla privazione di competenze linguistiche e non alla diversificazione. Dal molteplice all'uno. Noi crediamo che in realtà si sia passati da una lingua ad una pluralità di espressioni diverse. Dall'uno al molteplice; sembra una regola questa. Anche in Bereshit il Signore separa l'asciutto, parola espressa al singolare, dalle acque. E quest'unica terra iniziale risponde esattamente alla teoria della deriva dei continenti.

Scusate l'ulteriore divagazione. Comunque dobbiamo chiederci perché il Signore decida di confondere le lingue. Lattes ne fa una lettura bella ed esaustiva e non ci sarebbe certo bisogno di aggiungere altro. La confusione delle lingue serve anche come deterrente per far fallire un progetto di cui si era persa la finalità. Se metaforicamente leggiamo la torre come la via per avvicinarsi alla divinità seguendo un istinto di perfezione, con la verticalizzazione delle opere e del pensiero umano, in sé la cosa parrebbe non avere nulla di negativo. La mistica e l'ascesi servono allo stesso percorso. Tuttavia qui sembra che questa finalità si fosse perduta nella costruzione; che gli uomini, anziché sentirsi essi stessi pietre della elevazione, si servissero di mattoni solo per innalzare un totem del potere umano ficcato nella sacralità del cosmo.

Così D-o decide di cancellare la superbia umana confondendo la lingua, cioè la capacità di intelligere comunicando.

Shabbath shalom

Israel Eliahu

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