mercoledì 30 ottobre 2013

SHABBATH 29 CHESHVAN 5774 / 1-2 NOVEMBRE 2013 - TOLDOTH

Albert Benaroya: Sinagoga


ORARI DI SIRACUSA
Accensione  ore  16.43
Havdalah           17.41
Per le altre località vedi  Q U I

PARASHAH TOLEDOT: Bereshith 25,19 - 28,9
HAFTARAH: Malakhi 1 - 2,7 
Shalom a tutti. Non sempre i comportamenti dei nostri Padri, così come narrati nella Torah, sembrano corrispondere a quei dettati che l’etica ebraica definisce così chiaramente. Anzi, in alcune occasioni ci hanno lasciati interdetti perché, anche se non decontestualizzati, ci lasciano, quantomeno, nel dubbio che possano trovare una giustificazione plausibile al nostro comune sentimento. È il caso di Avraham Avinu che rinnega la moglie Sarah, oppure Sarah che manda nel deserto Agar con il figlioletto, verso la morte, come si mandava il capro ad Azazel. E che dire di Lot che offre in pasto le figlie ai violenti appetiti dei sodomiti. Si potrà obiettare che la società dell’epoca vincolava i comportamenti ad una sensibilità e a prassi sociali oggi non sempre condivisibili. Si potrà dire che fra i mali si è scelto sempre il minore, ma bisognava che lo scegliessero gli interessati esposti al rischio della violenza e della morte! Oltre il dettato Toraico i midrashim hanno sempre cercato di correggere il dubbio e la perplessità arricchendo la narrazione con apparati giustificativi, per la verità non sempre convincenti. Si potrà dire che se così non fosse stato la storia sarebbe andata diversamente, Ruth era una discendente di Lot e senza Ruth non ci sarebbe stato Re David e senza David il Mashiach. Così se le figlie di Lot non avessero dato la discendenza al padre...
Oltre il racconto riesce complesso immaginare il tutto come disegno Divino, meglio lasciare al libero arbitrio umano la viltà di alcuni comportamenti.
Però a ben pensare ci sentiamo più vicini a queste figure umanizzate, non ci appaiono come rigidi totem di santità, ma come persone che mettevano in gioco i propri sentimenti e le proprie debolezze proprio come facciamo noi ogni giorno.
Poi si dirà che ancora il popolo ebraico non aveva ricevuto le dieci parole, dunque non aveva un riferimento etico codificato, ma qualche a priori dell’intelletto, almeno a livello di allarme biologico, avrebbero potuto averlo; insomma, a volte i commentatori si sono dovuti arrampicare sugli specchi per farci accettare alcuni comportamenti, e spesso ricorrendo a midrashim ingenui e fantasiosi.
Prendiamo il caso di Esaù e Giacobbe. Certo avviene qualcosa di strano e di sovversivo, tanto da mutare la legge antica della primogenitura. Di chi è la responsabilità dell’inganno perpetrato ai danni di Isacco. Il disegno pare in tutta evidenza della madre dei due gemelli, Rebecca, la quale non nasconde certo la sua simpatia per Giacobbe, ma il motivo è secondo Rashi alquanto curioso. Pare che il destino di Esaù fosse già segnato nella vita prenatale. Infatti nel liquido amniotico in cui era immerso Esaù si agitava solo vicino a templi di idolatri mentre Giacobbe dava segno di sé solo presso a yeshivoth e case di studio. Povero Esaù, vero è che la prima responsabilità del baratto infame fu la sua, ma le motivazioni che gli hanno addossato per giustificare i suoi comportamenti sono davvero feroci. Vi cito da Wiesel “Rabbi Yochanan disse: Nel giorno in cui Esaù comprò il piatto di lenticchie commise cinque peccati: violentò una ragazza che era già fidanzata ad un altro, uccise un uomo, negò l’esistenza di D-o, si fece beffe della resurrezione dei morti e rinunciò alla primogenitura”.
Ora ditemi qual è la fonte di tanta informazione riguardo alla giornata di Esaù. È evidente l’intenzione di dare discredito al poveraccio.
Non vi racconto il resto ma vi rimando al testo di Eli Wiesel: Le storie dei saggi editore Garzanti.
Vedrete che i nostri progenitori assumeranno, dopo questa lettura, un’aura meno austera, meno distaccata dalla nostra umanità a volte dolorosa, a volte blasfema, e saranno arricchiti da quella dimensione della quotidiana lotta che ci dona l'umiltà e la saggezza degli anni.
Shabbath shalom
Israel Eliahu

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